Qualche giorno fa ho partecipato ad un incontro molto interessante.
Tema: la fiducia, semplice come un respiro.
Attraverso una serie di spunti ed argomentazioni, la relatrice ci ha aiutato a riflettere su quanto semplice, ma altrettanto complesso e delicato, sia questo ambito.
La fiducia regola la propria autostima e indirizza il comportamento nei rapporti interpersonali e nell’ambito di aziende ed istituzioni. Essa è alla base di qualsiasi tipo di relazione e di scambio. Non a caso il termine inglese “Trust”, utilizzato ad indicare gli accordi tra organizzazioni, significa letteralmente “Fiducia”. Se non avessimo fiducia, saremmo vinti dalla paura e non potremmo agire. Ecco perché siamo orientati a cercare di costruire intorno a noi dei sistemi che possano incrementare, rafforzare la fiducia.
Questo tema assume connotati ancora più importanti quando viene inserito nel sistema-impresa.
L’impresa si fonda su tre capisaldi che sono: le linee guida, la reputazione e la coralità. Le linee guida forniscono l’indirizzo da seguire, la meta alla quale tendere; la reputazione è la capacità di prendere posizione in modo sicuro, così da trasmettere un’immagine di autorevolezza; la coralità significa invece sapersi raccontare bene, anche attraverso molteplici punti di vista che convergano su un unico obiettivo.
Oltre ad essere soggetto partecipe e responsabile del proprio agire nella società, l’impresa è allo stesso tempo fattore di sviluppo del talento e della potenzialità delle persone, luogo di reciprocità, di relazioni fondate sul riconoscimento di diritti e di doveri e su valori e competenze chiave come la condivisione di vision ed obiettivi, la valorizzazione della diversità, la capacità di autogestirsi e di fare squadra. Valori che sono anche alla base di nuove tendenze sempre più diffuse, quali ad esempio lo “Smart Working”: sistemi win-win, finalizzati ad incrementare la qualità di vita delle persone e ad ottimizzare al tempo stesso i costi aziendali ma che, per poter essere implementati con successo, necessitano di una organizzazione flessibile e di una mentalità aperta ed innovativa.
Il collante che tiene insieme in modo coerente tutti questi ambiti e li trasforma in un ingranaggio potente è proprio la fiducia, che rafforza i rapporti umani, alimenta la proattività e stimola virtuosi circoli di innovazione, coerenza e credibilità.
Eppure, per quanto leva di forza e positività, la fiducia è anche un meccanismo fragile perché soggetto all’imprevedibilità del comportamento umano ed è quindi portatrice di paradossi. Non a caso si dice: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. Così dicendo, affermiamo un concetto ed il suo contrario al tempo stesso. Si, perché l’inquinamento della fiducia rompe gli equilibri personali e sociali e lascia spazio all’insicurezza e alla paura. E la paura, quando non è più un motore di reazioni adrenaliniche positive e si cronicizza in un atteggiamento, diventa nemica della fiducia, creando interferenze nei comportamenti e danneggiando le relazioni.
Gli equilibri delicati legati alla fiducia assumono particolare importanza in contesti complessi come quello attuale, caratterizzati da instabilità socio-politica ed incertezza economica. In un ambito sempre più dinamico, spesso caotico e fortemente competitivo, l’impresa orientata al successo è proprio quella che alimenta la fiducia e fonda il proprio agire sullo sviluppo ed il rafforzamento di legami solidi, sia al proprio interno che verso l’esterno. Vince l’impresa che crede nella coerenza delle proprie azioni e nel valore delle proprie persone, autoregolandosi in un sistema che invece crede nella sola velocità come leva fondamentale per eccellere.
Ho trovato un deciso riscontro relativamente a questo tema in un intervento, ad un recente convegno, da parte della responsabile Risorse Umane di Eataly, Vera Valtancoli. Si parlava dei valori umani posti al centro dell’organizzazione: per poter crescere in modo costante e positivo, l’azienda deve far forza sulla propria cultura ed il senso di appartenenza delle proprie persone. Tecnologia e policy sono certamente vitali in un’azienda, purché adattate alle coordinate spazio-temporali proprie di quell’organizzazione. È fondamentale mantenere la coerenza tra valori e cultura interna da una parte, ed i messaggi che vengono veicolati all’esterno.
Utilizzando un’immagine che mi piace molto e che esprime anche la mission ed i valori di Go Digital, potrei descrivere l’impresa “sana” come una pianta: la parte superiore, rami, foglie, rappresentano business, crescita, innovazione. La base, le radici rappresentano invece persone, valori, identità aziendale. Il tronco raffigura coerenza, reciprocità e coesione. La linfa che dà vita all’intero organismo è.. la fiducia.
Simona Bianchi
@Go Digital School
www.godigital.school